giovedì 20 giugno 2013

Diga del Gleno (1964 m.) e Belviso (2518 m.)


Arrivati a Vilminore di Scalve proseguiamo verso la frazione di Pianezza dove parcheggiamo l’auto, dalla piazza del piccolo borgo parte il sentiero CAI 411 che dapprima attraversa i vicoli per poi continuare  lungo delle recinzioni di terreni privati.
Proseguendo giungiamo ad una  baita in sassi e poco dopo entriamo nel bosco, dove il sentiero comincia a  salire con maggior pendenza e una serie di tornati ci porta fino alla  località Pagarulì, contraddistinta da una costruzione in cemento da cui  parte una condotta forzata dell’acqua.
Da qui il sentiero prosegue  pianeggiante contornando i fianchi della montagna, con alcuni tratti  scavati nella roccia, fino a portarci ai ruderi della Diga del Gleno.

Attraversato l'impressionate squarcio causato dal crollo delle 10 arcate centrali, dopo esserci soffermati davanti alla lapide commemorativa delle vittime della tragedia, ci inoltriamo nell'ampia conca che una volta  conteneva il bacino idrico e dove è presente ancora un piccolo laghetto  artificiale.


Qui imbocchiamo il sentiero CAI 410 che prosegue in falso  piano fino alla Malga Bassa, poi ricominciamo a salire seguendo il corso  del Torrente Gleno costellato da spettacolari cascatelle e dalle caratteristiche marmitte dei giganti fino a giungere la baita di mezzo del Gleno (1818 m).

Si attraversa poi il torrente per giungere ai ruderi del rifugio Bissolati (distrutto da una valanga nella primavera del 1925) a 1950 m di quota. Da qui si sale con maggiore pendenza, fino a raggiungere la baita alta del Gleno (2091 m) e a incrociare il sentiero 321.
Con un ultimo strappo si arriva infine al passo di Belviso (2518 m).
 
Proseguendo arriviamo alle pendici del Monte Gleno dove mi sono fermata per poi riprendere la via del ritorno.

 

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