Parcheggio Isola ecologica, parcheggio nel borgo Castello, parcheggio nella Piazza del Municipio
L’itinerario si svolge tutto nella zona pedemontana che avvolge e sovrasta il centro storico del paese. Vi si può quindi accedere da vari punti e si possono percorrere anelli più o meno grandi a seconda delle esigenze, sconfinando eventualmente anche negli adiacenti comuni di Gianico e Piancamuno.
Il tema del percorso prende spunto da una delle attività agricole che maggiormente hanno caratterizzato il paese: la coltivazione del castagno da frutto.
L’itinerario, infatti, è dominato dalla presenza di imponenti alberi di castagno.
Le varietà coltivate sono caratteristiche di questa zona e sono le biline, le agostane e le rossere, di pezzatura piccola ma di particolare gusto dolce che le rende ideali per la cottura come caldarroste. Non mancano anche piante innestate con varietà diverse quali i marroni e gli ibridi eurogiapponesi. Partendo dalla antica località della Bettola al confine con Piancamuno si può avere uno scorcio del borgo antico delle Maserade passando davanti ad una santella secentesca fatta costruire dalla famiglia Belafatti.
Il nome pare derivi da Maxirata che si riferisce al deposito di masserizie delle monache di S. Giulia. Si prosegue circondati da castagni secolari sino al ponte sulla Valle di Artogne.
Si attraversa il torrente in località Castello e ci si immette nel borgo medioevale, segnalato dalla presenza di una santella affrescata su entrambi i lati, e dai resti del Canale Opificieri che un tempo dava acqua ed energia a fucine, segherie e mulini.
Si sale percorrendo una storica antica via tutta scavata nella roccia denominata dei carbunì.
Essa era percorsa dai carbonai che portavano a valle il carbone prodotto in montagna con gerle di grosse dimensioni, aiutandosi con lunghi bastoni ai quali si sorreggevano puntandoli in apposite coppelle presenti nella roccia.
Dalla sommità di questo poggio si gode un bel panorama sulla valle e si capisce come la posizione strategica sia stata scelta per la costruzione di torri fortificate abitate lungamente dai Federici e delle quali sono ancora visibili dei resti.
Questa parte può essere percorsa solo a piedi.
Si prosegue poi verso la via delle Plagne attraversando la strada asfaltata per Piazze in località Frigola (dove è presente una sorgente d’acqua).
Il nome di Plagne deriva dalla presenza di una serie di “piane” situate a mezzacosta.
Lungo il percorso si incontrano diverse santelle. Giunti in prossimità della località Ronco, si presentano tre possibili itinerari.
Il primo, lungo la Strada dell’Abate, sale fino a raggiungere un bel bosco, appartenuto forse in passato ad un monastero, e da lì scende verso Gianico, transitando per la località Sgarnere, dove si segnala una sorgente d’acqua che scorre in un antico abbeveratoio di pietra.
Il secondo invece imbocca la strada detta Strada Grossa, che scende bruscamente in direzione dell’abitato di Artogne, passando davanti, in località Batistele, ad un’azienda dedita alla coltivazione e all’essiccazione delle castagne.
Lungo questo percorso è anche possibile vedere una grande roccia incisa con numerose coppelle di probabile origine preistorica. Il terzo itinerario, infine, prosegue lungo la Strada delle Plagne che, con andamento agevole, consente di raggiungere una zona particolarmente panoramica e di portarsi in località Le Frise dove è presente un’azienda agrituristica.
A questo punto si può proseguire verso Gianico, oppure fare ritorno ad Artogne attraverso una via consortile denominata Rive dei Balti che conduce alla chiesetta di S. Andrea, risalente al XIV secolo e sulla cui facciata rivolta al paese si possono ammirare due antichi af-freschi raffiguranti S. Cristoforo (protettore dei viandanti) e il Martirio di S. Andrea.
Nessun commento:
Posta un commento